lunedì, marzo 31, 2008

Cominciamo a tirare un pò di fili?

Si può cominciare ad operare una prima scansione temporale e logica di quanto è avvenuto negli ultimi 20 anni.

- Prima vengono i tagli ai salari americani (inizio anni ’80)

o Se questo sia conseguenza del calo di produttività oppure della trasformazione industriale che vede (vedi il testo “Il caos prossimo venturo”) il declino in assoluto del settore manifatturiero rispetto ai servizi, oppure della globalizzazione in genere, è tema da approfondire.

- poi arriva la liberalizzazione della finanza

- e la conseguente apertura e globalizzazione dei mercati finanziari

- con la gestione Greenspan comincia anche il periodo di “inflazione degli asset finanziari”

- prima il mercato azionario (bolla Internet)

- poi la liquidità a sostegno della “bolla Internet” sgonfiata e sostituita con

- l’”inflazione” dei valori immobiliari

- che hanno consentito di mascherare il calo dei salari medi della classe media americana a

- favore dei profitti da capitale (in calo ormai a livelli da anni ’30, la quota del lavoro sul Pil rispetto a quella del capitale)

- la liquidità così creata e gli strumenti che ne amplificavano la portata (hedge funds e derivati vari):

o sono diventati espedienti finanziari e contabili per evitare le tasse

o l’ingresso degli hedge funds è intimamente legato alla globalizzazione dell’economia mondiale

§ La richiesta e materie prime (acciaio, rame, stagno, alluminio) ed energetiche da parte di Cina e India sono state amplificate (nei prezzi e sui futures) dagli hedge funds

§ Non so quanto abbiano influito sugli investimenti esteri in Cina e negli altri paesi.

§ Sicuramente hanno influito nel massiccio ricorso alle pratiche di Merger%Acquisition che peraltro non portano mai a reali crescite di mercato o di processi di innovazione produttiva

o i gestori di hedge funds e private equity sono l’ultima frontiera del capitalismo mondiale[1]

o sembra che gli HF e i PE distolgano denaro dagli investimenti reali e prolunghino lo squilibrio tra offerta globale di lavoro e capitale:

§ in questo modo l’autrice di “Economia Canaglia” sostiene che la ricchezza prodotta nei paesi industrializzati viene progressivamente consumata e mai investita, mentre Cina e gli altri paesi emergenti investono capitale e manodopera per migliorare il proprio livello di industrializzazione.

§

- Da tenere presente Marcello De Cecco[2]:

o Sottolinea l’atteggiamento di attesa (e quindi di drenaggio di liquidità – innalzando quindi i tassi a breve più alti di quelli ai quali le banche centrali offrono denaro a breve – procurandosi liquidità senza impiegarla, quindi vanificando di fatto le iniezioni di fondi a breve che le banche centrali continuano a fare)

o Questo è un atteggiamento dannosissimo per l’economia reale, perché ammassano denaro aspettando che i tassi a lunga salgano abbastanza sugli investimenti privi di rischio per investire in essi ricostituendo così i capitali

o Nel frattempo nessuno investe più in immobili peché aspetta il loro ulteriore calo di valore

o Si mormora che l’ultima Asta di Treasury bond americani non sia andata molto bene: se viene meno la domanda estera di Buoni del Tesoro Usa, allora il mondo può davvero incendiarsi…..

- Da ricordare anche Carlo Rubbia su La Repubblica del 30.3.2008:

Nulla di nuovo, ma va sempre sottolineato: il petrolio è fisicamente in fase di diminuzione di offerta, così il gas, il carbone pulito è una gigantesca bufala (il CO2 nascosto sottoterra ha 30.000 di periodo di decadenza, quindi è come non farlo), il nucleare intrinsecamente sicuro non esiste, l'uranio sta diminuenedo in tutto il mondo, è dal 1979 che in Usa non viene costruita una centrale nucleare, ci vogliono 112 anni per costruirne una, i costi dell'elettrico francese sono nascosti dai giganteschi sussidi statali coperti come costi per la difesa. Piccole centrali a torio potrebbero funzionare, ma sono solo sperimentali. Solo il sole può fare realmente qualcosa.

Andiamo avanti a raccogliere indizi.


[1] Loretta Napoleoni, “Economia canaglia”, 2008, Il Saggiatore, pg.61

[2] Affari e Finanza, 31.3.2008, pg. 6