domenica, febbraio 14, 2010

Da un intervista a Jean Pierre Berlan direttore de l' Institut National de la Recherche Agronomique di Montpellier

Qual è allora il problema principale oggi dell’agricoltura?

Il problema numero uno dell’agricoltura mondiale, sia per quanto riguarda la quantità che la qualità della produzione, è la distruzione del suolo e della biodiversità dovuta all’agricoltura intensiva. Nell’ultimo secolo si è perso un quarto delle terre fertili a causa dell’erosione, della salinizzazione, dello sfruttamento eccessivo del suolo. In Francia in molte regioni si produce frumento su frumento, mais su mais utilizzando dei terreni ormai morti, senza più vita.

Se non si pone rimedio a questi problemi cosa accadrà?

Si è calcolato che se a partire dal 1994 tutta l’umanità si fosse nutrita secondo il modello nordamericano, che è anche quello europeo, utilizzando le tecniche di produzione di noi occidentali, in soli due anni tutte le risorse petrolifere del pianeta sarebbero andate esaurite. Questa è la follia di un sistema che utilizza tra 8 e 10 calorie fossili per produrre una sola caloria alimentare. Se continuiamo nella stessa strada – e gli ogm sono il proseguimento di un movimento di industrializzazione del vivente lungo due secoli – le cose andranno sempre peggio. Pensiamo al problema delle eccedenze: oggi noi produciamo delle eccedenze che esportiamo e distruggiamo l’agricoltura del terzo mondo. Bisogna uscire da questa ideologia che è un’ideologia di controllo sociale.

Cosa dobbiamo fare?

Nei primi trenta centimetri di suolo si concentra quasi tutta la vita del pianeta. Su questa pellicola di vita la bisogna concentrare gli sforzi. Per mantenere ciò che c’è e migliorarlo. Non dimentichiamo che gli storici sostengono che l’Impero romano è caduto perché il suolo aveva perso la sua fertilità e l’impero spagnolo è affondato per lo stesso motivo. Purtroppo siamo in una società che bada solo ai profitti immediati e che non prende in considerazione la distruzione completa della possibilità di sopravvivenza nel futuro


Aggiungiamo l'uscita del libro "Dirt. The erosion of civilizations" di David Montgomery.

Vedere anche "Concimi e geopolitica" e gli altri riferimenti al picco dei solfati.

Si rafforza così anche l'ipotesi di Ugo Bardi sulla caduta dell'Impero Romano.

Tema da tenere assolutamente sotto osservazione.