venerdì, ottobre 27, 2017
mercoledì, ottobre 25, 2017
martedì, ottobre 24, 2017
lunedì, ottobre 23, 2017
mercoledì, aprile 26, 2017
Su tutto forse occorre porsi alcune domande.
Trump verso l'interno propone taglio delle tasse per i redditi più alti, non chiara riforma sanitaria, eliminazione dei, sia pure evenescenti, "lacciuoli" posti dalla Dodd-Franck di Obama, e quindi ulteriore via libera a Wall Street. Resta non chiaro cosa possa fare per reindustrializzare gli Usa, una raffazzonata dichiarazione di introduzione di dazi comunque confusi. Oltre ad amenità varie tipo "il muro" verso il Messico e il blocco delle frontiere ai "musulmani" in genere, anche quest'ultima iniziativa confusa e contraddittoria: vedi l'esclusione prima poi la "riabilitazione" degli iracheni, etc.
Verso l'esterno, dopo le tronfie dichiarazioni della campagna elettorale sulla necessità di limitare la Nato perché non più consona alla necessità di costruire la fortezza America, di abbandonare le guerre folli e portatrici di sprechi dell'epoca precedente, si butta allegramente (spinto dalla obbligata necessità del "deep state" di continuare la politica imperiale e di alimentare il sistema militare-industriale, di avere il dollaro moneta dominante per alimentare le spese militari, di avere Leuropa stretta alleata contro il sistema euroasiatico crescente - Russia Cina Iran) ad attaccare la Siria, minacciare Corea del Nord (e quindi la Cina) con manovre militari, squadre navali mandate in giro per il Pacifico (non si capisce se questo sia dovuto alla dispersione dei comandi come sostiene il generale Mino), manovre militari Nato (che avrebbe dovuto essere ridimensionata...) in Europa dell'Est. Questo almeno per ora.
Insomma che sta succedendo nel cuore dell'Impero?
Non interessa tanto sapere se Trump è un cazzone più o meno imbrigliato dal "deep state" o segua una classica tattica di fumo negli occhi, "mossa del cavallo", "sabbia in faccia al nemico (quale?).
Quello che importa è cosa viene realmente fatto, al di là di come viene presentato.
Un primo effetto ottenuto è un chiaro sgonfiamento all'interno degli attacchi alla sua persona, poi il rapido allineamento dei "leader" leuropei che hanno immediatamente innalzato peana di ringraziamento appena ha cominciato a sparare.
Sul fronte estero di assiste invece ad un gioco sempre più complesso di scambi di accuse, minacce, paure da parte della Corea del Sud e del Giappone di trovarsi in mezzo ad una guerra che come minimo li riduce a brandelli senza che loro abbiano mosso un dito: e già in Corea del sud si assiste a manifestazioni, prese di posizione per una immediata riapertura del dialogo con Pyonh Yang, invocazioni alla Cina.
Insomma tutto farebbe pensare a mosse poco equilibrate, a minacce prive di senso, ad esibizioni di muscoli gonfiati di soli steroidi.
Perché è più che evidente che non si può fare nessuna guerra, forse neanche una per interposta persona, troppo pericolosa, anche se sembra che la Russia stia mandando rifornimenti ai Talebani in Afganistan, giusto per accrescere il densità del fumo e porre alcune pedine per un eventuale scambio in futuro. Come si fa sempre in questi casi.
L'unica opzione seria che gli stati di Europa dovrebbero fare in questa situazione sarebbe quella di prendere le distanze dalla Nato e intensificare i rapporti con la Russia e con la Cina.
Trump verso l'interno propone taglio delle tasse per i redditi più alti, non chiara riforma sanitaria, eliminazione dei, sia pure evenescenti, "lacciuoli" posti dalla Dodd-Franck di Obama, e quindi ulteriore via libera a Wall Street. Resta non chiaro cosa possa fare per reindustrializzare gli Usa, una raffazzonata dichiarazione di introduzione di dazi comunque confusi. Oltre ad amenità varie tipo "il muro" verso il Messico e il blocco delle frontiere ai "musulmani" in genere, anche quest'ultima iniziativa confusa e contraddittoria: vedi l'esclusione prima poi la "riabilitazione" degli iracheni, etc.
Verso l'esterno, dopo le tronfie dichiarazioni della campagna elettorale sulla necessità di limitare la Nato perché non più consona alla necessità di costruire la fortezza America, di abbandonare le guerre folli e portatrici di sprechi dell'epoca precedente, si butta allegramente (spinto dalla obbligata necessità del "deep state" di continuare la politica imperiale e di alimentare il sistema militare-industriale, di avere il dollaro moneta dominante per alimentare le spese militari, di avere Leuropa stretta alleata contro il sistema euroasiatico crescente - Russia Cina Iran) ad attaccare la Siria, minacciare Corea del Nord (e quindi la Cina) con manovre militari, squadre navali mandate in giro per il Pacifico (non si capisce se questo sia dovuto alla dispersione dei comandi come sostiene il generale Mino), manovre militari Nato (che avrebbe dovuto essere ridimensionata...) in Europa dell'Est. Questo almeno per ora.
Insomma che sta succedendo nel cuore dell'Impero?
Non interessa tanto sapere se Trump è un cazzone più o meno imbrigliato dal "deep state" o segua una classica tattica di fumo negli occhi, "mossa del cavallo", "sabbia in faccia al nemico (quale?).
Quello che importa è cosa viene realmente fatto, al di là di come viene presentato.
Un primo effetto ottenuto è un chiaro sgonfiamento all'interno degli attacchi alla sua persona, poi il rapido allineamento dei "leader" leuropei che hanno immediatamente innalzato peana di ringraziamento appena ha cominciato a sparare.
Sul fronte estero di assiste invece ad un gioco sempre più complesso di scambi di accuse, minacce, paure da parte della Corea del Sud e del Giappone di trovarsi in mezzo ad una guerra che come minimo li riduce a brandelli senza che loro abbiano mosso un dito: e già in Corea del sud si assiste a manifestazioni, prese di posizione per una immediata riapertura del dialogo con Pyonh Yang, invocazioni alla Cina.
Insomma tutto farebbe pensare a mosse poco equilibrate, a minacce prive di senso, ad esibizioni di muscoli gonfiati di soli steroidi.
Perché è più che evidente che non si può fare nessuna guerra, forse neanche una per interposta persona, troppo pericolosa, anche se sembra che la Russia stia mandando rifornimenti ai Talebani in Afganistan, giusto per accrescere il densità del fumo e porre alcune pedine per un eventuale scambio in futuro. Come si fa sempre in questi casi.
L'unica opzione seria che gli stati di Europa dovrebbero fare in questa situazione sarebbe quella di prendere le distanze dalla Nato e intensificare i rapporti con la Russia e con la Cina.
martedì, aprile 25, 2017
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