lunedì, novembre 17, 2008

Ciò che da mesi avevo anticipato anche su questo mio spazio è arrivato. La crisi più profonda dal 1929. I meccanismi su cui si è innestata sono ormai abbastanza noti e precisamente individuati, anche nel mio post precedente.
Ora siamo alla fase del "...a crisi iniziata" e come uscirne.
Le elzioni alla presidenza degli Stati Uniti di Barak Obama mi fa tirare un sospiro di sollievo, coaì come la presenza di Krugman e di Stiglitz nel suo "Dream Team".
Soprattutto Krugman si è affrattato a scrivere che in questa crisi occorre essere più coraggiosi rispetto a quanto invece viene già avanzato dai settori (sempre loro) conservatori. Questi già accusano la politica del New Deal (come peraltro hanno fatto da decenni) di essere stata una causa dell'accelerazione invece che la cura della crisi degli anni '30 del secolo scorso.
Krgugman invece dimostra che:

a) la curva dei disoccupati era già in fase di ritracciamento prima dell'inizio della II Guerra Mondiale

b) che anzi fu la paura di Roosevelt che rischiò di annacquare i risultati ottenuti

c) che è invece ora di avere coraggio e lanciare un grande piano di investimenti pubblici in Welfare, istruzione pubblica, nuove tecnologie da fonti rinnovabili, una nuova politica industriale (vedi ad esempio gli eventuali aiuti all'industria automobilistica) che dia spazio a nuovio prodotti innovativi (cioé nuovi motori e nuove automobili, per esempio)

La riunione del G20 non ha prodotto un granché, nonostante i comunicati roboanti del nostro "malato di immortalità" presidente del Consiglio dei Ministri.
Inoltre il piano da 80 miliardi di euro per rilanciare l'Italia è sostanzialmente una bufala:
si tratta di soldi già stanziati (Fondi Strutturali Europei), speranze dai soliti Benetton delle Autostrade (che già non investono di loro, figuriamoci se mettono mano al portafoglio oggi), come ben illustrato da Tito Boeri sulla Repubblica di oggi, etc.

Il dubbio generale riguarda:

1) sembra difficile che la crisi immobiliare si riassorba a breve. In genere è un settore che ha una grande inerzia (ha infatti impiegato almeno due anni perché la sua crisi diventasse di evidenza pubblica: è dalla fine del 2004 che si avvertono i primi segni di degenerazione del settore...). C'è infatti chi parla di almeno dieci se non quindici anni. D'altra parte non si capisce CHI dovrebbe essere il soggetto che acquista le case, dal momento che sono rimasti sul mercato solo quelli più deboli (e altrimenti come sarebbe nato il caso subprime) e la classe benestante non può acquistare in eterno case a prezzi comunque da capigiro.

2) la mia personale valutazione è che gli immobili siano sopravvalutati di almeno il 40 se non 50% e finché non si riassorbirà il momento inflazionistico che li ha spinti all'eccesso i prezzi sono destinati a clare fino a questa quota. Ma lentamente, per almeno altri 10 anni.

3) la media dei salari è rimasta esageratamente bassa rispetto alla quota dei profitti sul PIL che ha caratterizzato gli ultimi due decenni, e la macchinetta si è rotta

4) anche perché sognare e spingere le classi medie a gettare soldi in Fondi pensionistici, assicurazioni sanitarie fasulle, idealizzazioni di un0istruzione privata di eccellenza, ha dimostrato di essere un delirio totale: poteva produrre solo carta e finanza di carta e basta.

5) questo appena scritto è probabilmente uno dei motivi di fondo della crisi: salari troppo bassi, che avrebbero dovuto essere sostituiti da creazione di ricchezza da Fondi su Asset finanziari e proprietari che invece non potevano crescere sempre al di sopra della produttività media dell'intero sistema produttivo. Gli americani (ma a certi livelli è avvenuto anche in Europa e in Italia) si indebitavano non già per consumare a qualsiasi costo, ma per sostenere le spese per una sanità privata demente e inefficiente (mantenendo ben 2 milioni di impiegati delle assicurazioni che devono stare dietro alle pratiche sanitarie (il dato è di Paul Krugman)...chissà se ci sono i fannulloni anche là....), ai costi di un sistema di istruzione che privilegia la eccellenza di cinque università e lascia andare tutte le altre...finché la forbice salariale (anche per i laureati) impedisce il rimborso dei debiti contratti per fare l'università. Per comprare auto a costi elevatissimi e con consumi dementi, peraltro per poter andare al lavoro da luoghi sempre più distanti, in un percorso di insostenibilità che si sta infatti accartocciando si se stesso.

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