“The US banking system faces losses of over $3,000bn. Japan is in a depression. China is headed for zero growth. Some still hope that urgent surgery can restore the status quo. But more feel that we are at one of those rare points of inflection when nothing is the same again.”
Geoff Mulgan, http://www.prospect-magazine.co.uk/article_details.php?id=10680
“…è ormai chiaro che dopo la crisi in atto l’industria manifatturiera e i suoi prodotti non saranno mai più quelli di prima. … l’idea che un paese, una regione, una città possano vivere bene soltanto promuovendo il turismo, le visite ai musei, il commercio via internet o i convegni internazionali, o magari soltanto le operazioni finanziarie, lasciando ai cinesi e indiani la fabbricazione di tutti i beni materiali di cui le persone hanno bisogno e utilizzano tutti i giorni, è stata un’illusione…”.
Luciano Gallino, La Repubblica, 1 aprile 2009.
Some claim that infrastructure spending creates a big Keynesian “multiplier,” a bigger increase in incomes than the initial spending (estimates range up to about 1.5 times the initial increase in spending). But infrastructure spending is usually slow – and almost always driven heavily by parochial political considerations. Japan’s annual 15-20 trillion yen infrastructure-intensive stimulus didn’t prevent its lost decade.
“…l’idea che, dopo gli interventi di sostegno al sistema bancario in essere, con l’aggiunta di un poco di trasparenza, tutto ritorni come prima, si riparta con i prezzi delle case, la finanza in sostituzione della spesa pubblica etc….è priva di ogni senso”
Pensare in questo modo significa semplicemente che si spera che le iniziative di stampo locale-nazionale siano in grado di sostituire reali politiche keynesiane di stampo globale è solo una pia illusione.
Così come lo sono tutte le iniziative, dai piani casa agli investimenti in infrastrutture, che si spera siano sostitutive di nuove produzioni e nuovi sistemi di produzione.
Per ora siamo ancora in alto mare.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento