Siamo in una situazione di cambio strutturale, dove i parametri e le concettualizzazioni usate per le analisi precedenti, non contano più di tanto.
Ritengo infatti che fare “previsioni”, forecast, usando lo schema per cui storicamente a partire dalla fine della seconda guerra mondiale ci sono state recessioni che hanno avuto durata dai sette ai 18 mesi, non valga molto: come diceva Hume: “Misurare il futuro guardando a quanto avvenuto in passato non è un procedimento valido”. Analogamente si può anche riferirsi ai simpatici “Cigni neri”: il fatto di aver fin qui visto solo cigni bianchi non autorizza ad escludere la presenza di quelli neri.
Così, anche cercare di vedere nell’ormai prosciugamente delle scorte delle imprese, nel crescente invecchiamento dei macchinari, degli impianti e degli stabilimenti delle imprese, la sicura spinta per la ripresa tra sei/dodici mesi, sembra più un “mantra” che una realtà obiettiva.
Non dico che sia impossibile, ma penso che nei momenti di cambio di percorso delle variabili sia anche compresa una loro ridefinizione che abbia un fondamento empirico. Finché non ci sono evidenze su questo aspetto, si parla di aria fritta.
Quindi, e occorrerebbe anche andare a rileggersi alcune delle ultime lezioni di Paolo Sylos-Labini
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