mercoledì, aprile 22, 2009

Siamo sicuri della fine della crisi?

Sono molto perplesso dalle dichiarazioni sull'atterragio della navicella crisi. Ha raggiunto il fondo: lo dicono Bernanke, Marcegaglia e soprattutto il famoso Tremonti che non l'aveva vista arrivare, anzi provava a introdurre quella buffonata della Robin Hood tax, qualcuno ricorda?
Ma almeno due elementi dovrebbero indurre a molta circospezione:
- i bilanci delle banche americane sono stati costruiti permettendo l'"autovalutazione" (non so come altrimenti chiamarla" dei titoli in possesso
- la crisi energetica è impavida sempre presente
- il settore housing, negli Usa, resta in calo continuo (vedi l'articolo appena uscito sul NYT, anzi si ta aggiungendo anche il precipitoso crollo (-30%) dei valori immobiliari del settore commerciale
- soprattutto, tutte le condizioni reali che hanno montato gli squilibri di redditto alla base della crisi (che non è solo un problema di bilanci bancari e di finanza galeotta), sono ancora tutti presenti
- anzi, sono accentuati: da dove partiranno i consumi Usa, per esempio, se i cittadini Usa dovranno cominciare a fare a meno delle carte di credito?
- ultima notizia: il disavanzo della bilancia commerciale giapponese, il primo nella sua lunga storia di paese esportatore: e anche lì cominciano a dire che deve partire la domanda interna.
- ma la domanda interna non la possono "tirare" solo coloro che già hanno i redditi più alti: non funziona.

E allorà?

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